Cucina del mondo

Ricette gustose di Sandra Caxambu

Cuoca professionale
Amo cucinare, fotografare le mie pietanze, commentare le mie esperienze in giro per il mondo.
Da un prodotto povero e genuino trasformo in una pietanza chic.

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Parlo di sensi in tudo e non solo di gusto...
La risposta é semplice: un piatto non si conosce solo attraverso i sapori ma attraverso il perfetto connubio tra aspetto, odore, gusto e… suono!



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lunedì 3 maggio 2010

Erbe commestibile

Crisantemo campestre [Chrysanthemum segetum (fiore d’oro dei campi) – Fam. Asteraceae]. Ha foglie profondamente incise, di colore verde con una sfumatura glauca. Il crisantemo è una delle piante più apprezzate per insaporire le insalate primaverili. Il fiore è giallo, simile ad una margherita

Raperonzolo (Campanula rapunculus - Fam. Campanulaceae). Il nome generico descrive la forma del fiore; quello specifico la forma della radice a fittone, simile a una rapa (rapunculus, piccola rapa). Sono commestibili le foglie, ma soprattutto la radice carnosa, dopo averla mondata dai peli

Il raperonzolo è una delle piante più ambite dai cercatori di piante (l’equivalente del porcino per i cercatori di funghi!). Esistono addirittura delle sagre che lo celebrano, come la Sagra del Raperonzolo ( ‘rapunzli’) a Borghi, in Romagna, il 15 aprile. Così viene descritta la tradizione:
“In questo giorno, da tempi che si perdono nella memoria dell’uomo, era consuetudine salire a San Giovanni ( S. Giovanni in Galilea – Ndr) dai paesi vicini, portando ‘sporte’ e ‘legacce’ contenenti salame, uova sode, pagnotte di pasqua e vino. In dolce allegria, all’aperto o nelle osterie, si consumava la propria merenda e alla fine venivano degustati i raperonzoli che i vari osti avevano raccolto e preparato condendoli crudi con olio, aceto e sale.

La distribuzione di questa insalata, tanto gustosa da mangiare quanto rara e difficile da trovare, veniva fatta dagli osti quasi con devozione, per sottolineare la sua preziosità”.
Una usanza piuttosto antica, come si ritrova nella sezione dedicata ( “De' raponzoli” ) in un libro di cucina del XIV sec.: “Sono eziandio allora buoni i raponzoli, che son certe radicine candide, lunghette e sghiaccide molto; e non pur le radici sole, ma le foglie sono ancor buone. E le radici ancor si deono radere, e crude in insalata si mangiano e con molto gusto delle persone che tal insalata san conoscere. Alcuni ancora nella patria mia ne fann'ottima minestra, cocendole in molto buon brodo di carne con pepe e cacio grattugiato sovra”

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